- Capitolo Quarto
La Galleria dArte Moderna di Bicocca
4.4 La Galleria dArte Moderna La Galleria dArte Moderna di Bicocca è un edificio destinato a raccogliere le testimonianze artistiche che vanno dagli impressionisti ai giorni nostri. Tiene insieme valori, pertanto, consolidati, affermati dalla storia, con altri certamente inseriti nei territori della ricerca e della sperimentazione. Il noto progettista Mario Botta, che ha avuto la fortuna di svolgere esperienza con Le Corbusier, Luis Khan e Carlo Scarpa, a proposito di queste tipologie ha parlato di un incontro felice con la città proprio perché qui si manifestano funzioni simboliche che valgono per lintera comunità. Ed in particolare, rivolto ai musei li ha definiti "nuove cattedrali". Sia per la funzione caratterizzante, da "fuoco" urbano che assumono gli edifici nel contesto, sia perché in tali costruzioni - proprio come nei templi, nel caso in questione una sorta di mastaba su cui è inserita la memoria di una torre di Babele - si celebra il rito collettivo messo in scena dallarte contemporanea. I musei, le grandi gallerie darte sono infatti strutture particolari, che svolgono una funzione polarizzante. È sufficiente riflettere sulla presenza del Beaubourg nella parte di Parigi in cui si insedia: su quali processi ha messo in movimento quella sorta di nave di cristallo ed acciaio pensata da Piano e Rogers. Inoltre, come i teatri o gli auditori, le città della scienza o i parchi tecnologici sono progettati come perfetti contenitori di eventi che permettono di far pulsare il sistema delle comunicazioni di massa e sono essi stessi eventi architettonici che funzionano nel gioco delle allusioni e dei riconoscimenti: nello scambio simbolico che li affolla, come novelli Narcisi che si specchiano nellacqua, vivono in quellampio mare del gioco dellesibizione, del rimando, dove lopera darte rappresenta solo una delle componenti. Larchitettura dei nostri tempi sembra aver prodotto risposte particolarmente efficaci proprio alla domanda che sale da un pubblico colto. La mostra, lincontro culturale, come il concerto e lo spettacolo teatrale, per fasce di pubblico sempre più vaste, non rappresentano loccasione eccezionale, ma appuntamenti a cui si risponde con sempre maggior frequenza. Avendo a disposizione maggiori occasioni, si manifesta maggiormente il desiderio di veder ampliati i luoghi del consumo delliniziativa culturale e le attività che si organizzano in essi. A questo desiderio risponde, con sempre maggior attenzione, sia il ceto politico che quello imprenditoriale che hanno ben compreso lampio "indotto", ma soprattutto il consenso che deriva dal promuovere i contenitori per tali iniziative. Tornando allarchitettura nei musei, un ruolo essenziale viene esercitato proprio dalla configurazione dei volumi e degli spazi, dove laspetto funzionale, che ovviamente va rispettato, assume un ruolo scarsamente significante - dimostrando, a chi ne sentisse ancora la necessità, come il Funzionalismo non riesca a farsi carico di tali valenze - rispetto alla logica di "segnale", al loro essere evento ed architettura emblematica pensata per una merce unica, che rinnova continuamente la sua aurea. Ci si riferisce in particolare allampliamento della Galleria di Stato di Stoccarda, progettata da James Stirling e Michael Wilford ed Associati, che rappresenta con il Beaubourg il primo grande manifesto degli anni Ottanta di una architettura spettacolo (come del resto ha immaginato Wright con il Guggenheim Museum, in barba ai desideri dei curatori ) pensata per assumere le valenze di un segnale pubblicitario. La tesi che qui esponiamo, coglie pienamente la lezione che proviene da queste esperienze, proponendo, per la Sicilia ,un Museo dei record. Infatti la Galleria dArte Moderna di Bicocca, estendendosi su una superficie complessiva di circa 160.000 metri quadri, è il più vasto museo della Sicilia tra quelli dedicati allarte contemporanea. La costruzione, come precedentemente detto, è stata prevista nella periferia della città di Catania, in unarea poco edificata e sostanzialmente priva di una specifica identità urbana. Con questa proposta, si è cercato di conferire al sito una sistemazione planivolumetrica che stabilisce un rapporto formale e visivo tra i vari edifici, tale da caratterizzare il luogo in modo immediatamente riconoscibile. Lintero complesso museale può essere suddiviso in tre parti distinte: la Galleria dArte vera e propria che occupa la parte centrale del lotto ad essa destinato; ledificio destinato agli Uffici Amministrativi e quello destinato alla Scuola di Restauro che, assieme ai parcheggi, sono stati collocati alla destra e rispettivamente alla sinistra del museo. Il fabbricato destinato alla galleria, di complessivi 137.723 m², ha forma quadrata con lato di 182,50 metri ed unaltezza di 30.45 metri suddivisa in cinque piani di cui due completamente sotto il livello del suolo. Oltre agli spazi espositivi, la Galleria è dotata di un auditorium, di sale studio e per riunioni, di una biblioteca, di librerie per la vendita dei cataloghi, di spazi per eventi multimediali, di un bar e un ristorante, dei laboratori di restauro, dei depositi e ovviamente di due vasti parcheggi. Il metodo compositivo adottato in questo progetto è un metodo estremamente flessibile basato sulla ripetibilità degli elementi componenti. Secondo tale criterio la costruzione può essere adattata di volta in volta alle varie esigenze espositive modificando semplicemente la qualità degli elementi base, mantenendo comunque inalterate le caratteristiche figurative dinsieme che sono legate alla forma del singolo elemento. Ledificio è stato ideato seguendo questa impostazione progettuale e risolto in un semplice volume che nasconde al suo interno la ricchezza dellarticolazione spaziale. Lunico segnale che manifesta allesterno la presenza di ambienti di dimensioni non comuni sono le quattro piccole torri poste al centro della piazza a copertura della grande sala espositiva, che hanno la funzione di raccogliere e convogliare la luce allinterno della sala stessa. Il tema della sala espositiva è stato sviluppato seguendo unipotesi progettuale ben precisa che rendesse ledificio rispondente in modo non banale alle esigenze funzionali proprie di questa tipologia edilizia, e specifiche del corso, e che fornisse in più una particolare idea di museo. Non solo dunque una "architettura empirica" ma anche unidea di architettura. Unidea che prende spunto dalle costruzioni del passato - i castelli medievali a "corte" e dai torrioni esageratamente pronunciati, ma anche da quelle moderne - dalle architetture di Aldo Rossi o di Luis Khan, per fissare limmagine di un luogo inattaccabile come una fortezza e protettivo nei confronti di ciò che si trova al suo interno. Completamente introverso e chiuso sulla corte interna, esternamente ledificio presenta quattro pareti perimetrali, rivestite in pietra arenaria, assolutamente neutre, plastiche o di colore. In questo modo lattenzione viene rivolta verso linterno, dove il portico in essa inserito - elemento di mediazione tra gli spazi esterni e quelli interni, ovvero tra spazi serviti e serventi - e le quattro sale destinate alle attività ricreative e di supporto per il museo, rendono di fatto la piazza come il punto focale, il baricentro dellintero complesso museale. Mancando alla costruzione una facciata principale, la piazza interna diviene di fatto, in qualità di "quinta facciata" il vero e proprio prospetto delledificio. Estremamente sobria e quasi anonima allesterno, la costruzione risulta allinterno particolarmente articolata e, soprattutto , particolarmente articolabile. La flessibilità offerta dallampia maglia strutturale modulare, impostata su una griglia di pilastri in cemento armato, consente di sfruttare lo spazio espositivo a disposizione senza gli intralci dovuti alla frequenza degli appoggi. Lorganismo è troppo complesso e la varietà delle destinazioni duso specifiche troppo doviziosa perché ci si sobbarchi unanalisi discorsivamente accurata della distribuzione, del resto facilmente leggibile nelle varie planimetrie allegate. Ma in esse è interessante osservare il modo in cui è stata risolta, in tanta complessità, la continuità dei percorsi in orizzontale e in verticale, dando netta sensazione dellunicum spaziale in tanta varietà di funzioni. Nella parte superiore del lotto, due grandi strutture vetrate fanno da copertura alle scale e alle rampe (pendenza 7,5 %), che dal piano terreno scendono negli spazi di accesso e di accoglienza, posti al primo livello interrato a quota -5.40 metri e in cui è situato lingresso principale. Da qui poi, le scale proseguono fino al secondo livello interrato dove si trovano gli spazi per lingresso e luscita del personale di servizio. La grande Hall dingresso, di forma rettangolare, può considerarsi suddivisa in due parti. La prima zona è destinata allaccoglienza e alla sosta dei visitatori. Qui si trova la biglietteria ed il guardaroba. La seconda zona, ai lati della quale sono state ricavate le comunicazioni verticali che portano ai livelli superiori, è invece destinata esclusivamente al controllo dei visitatori. Superata tale zona, si entra negli spazi espositivi. Un grande connettivo di distribuzione a forma quadrata fa da mediazione tra la sala principale per lesposizione delle sculture, posta al centro del piano, e le sale secondarie destinate agli allestimenti permanenti e alle mostre temporanee. Larticolazione planimetrica di questo piano è dunque organizzata sulla sala espositiva principale al cui contorno sono realizzati tutti gli altri spazi espositivi. La sala espositiva principale di circa 16.500 m² è un ambiente unico illuminato nella parte centrale dalle quattro piccole torri situate nella sovrastante piazza. Quattro cortili, interni alla sala e ruotati di 45° rispetto agli assi principali, consentono poi lilluminazione e la ventilazione diretta dellintero ambiente. Le uscite dallarea delle mostre temporanee e permanenti verso i "giardini" delle sculture sono essenziali per capire larchitettura del museo e collegano gli spazi verdi esterni allo spazio espositivo interno di questo piano. Il secondo livello interrato, posto ad una quota di -10.65 metri dal suolo, è destinato esclusivamente ai depositi e ai servizi. Gli ingressi e le uscite per il personale di servizio, come precedentemente anticipato, sono ubicati in prossimità delle scale esterne di arrivo, nella parte superiore del piano. Un sistema di controllo a circuito chiuso, per la vigilanza e la sicurezza dellintero sistema museale, caratterizza latrio dingresso di questo piano. Ortogonalmente allasse dellentrata, si susseguono gli ambienti per il soggiorno del personale, la mensa, le cucine, le dispense, i servizi igienici pubblici e per il personale. Nella parte centrale si hanno i depositi per le sculture e quelli per i dipinti, il laboratorio di restauro, la serra e alcuni servizi igienici. Lungo il perimetro invece sono stati realizzati i depositi per i materiali di allestimento e per quello elettrico, la falegnameria, la sartoria, i vani per le pulizie e quelli per i servizi generali. In prossimità delle aree di stoccaggio, poste lungo la mediana orizzontale della costruzione, sono stati previsti i vani per la catalogazione e gli archivi, nonché gli spazi destinati agli arrivi e alle spedizioni delle opere darte. Al piano terreno la piazza, contornata dal portico, dal bar, dal ristorante, dallauditorium dalla biblioteca e da punti vendita, vuole proporsi come luogo urbano deputato alle esposizioni allaperto e alle manifestazioni cittadine, ma anche come ambiente favorevole agli intrattenimenti metropolitani e alle relazioni sociali. A questo livello, il quadrato che delimita il perimetro delledificio è suddiviso in quattro quadranti dove trovano posto le principali attività ricettive e ricreative della galleria darte. Lorganizzazione planimetrica si sviluppa secondo due direzioni tra loro ortogonali: da una parte lauditorium e il bar, dallaltra la biblioteca e il ristorante. Tra le suddette attività trovano poi luogo gli atri dingresso principale e secondario dove, oltre ai collegamenti verticali e alle uscite di sicurezza sono stati previsti i negozi per la vendita dei cataloghi e le cabine telefoniche. Lauditorium, capace di contenere 362 posti a sedere, occupa con i propri spazi di servizio e di ristoro il quadrante sud - ovest della piazza. Separati dallingresso principale e dal foyer, ai due lati esterni dellaula per conferenze e seminari sono state ubicate le sale riunioni, una sala stampa la regia audio e video con i relativi depositi, il bar, la sala cocktail e i relativi servizi igienici. Il bar che occupa il quadrante nord - ovest della piazza, è organizzato per servire con un unico sistema di servizi, (cucine, laboratori, depositi, e servizi igienici) sia il pubblico esterno sia i visitatori della galleria. Infatti, un grande bancone centrale, perno dellintera attività, consente di servire contemporaneamente sia i clienti esterni sia i visitatori. Attorno al bancone, una serie di piccole e grandi sale da tè consentono di servire più di 400 persone; inoltre due sale esterne danno la possibilità di un servizio allaperto per altri 120 clienti. È prevista anche una sala self service per 50 coperti. La biblioteca, è invece collocata nel quadrante sud - est della piazza. Al centro, nella grande aula, la sala di lettura principale per 144 lettori, il bancone per il prestito, gli schedari, la fotocopiatrice e il deposito libri con una scaffalatura di circa 450 metri lineari. Separati da un corridoio di disimpegno tre piccole sale di lettura per complessivi 120 lettori, due sale per audiovisivi, una con 118 posti a sedere, laltra con 86 posti, la sala informatica con 12 postazioni, la sala musica con 25 postazioni audio, nonché la regia audio e video e i relativi servizi igienici. Il quadrante nord - est della piazza è infine destinato al ristorante. Analogamente a quanto avviene nel bar, un unico sistema di servizi, quali la cucina, i laboratori, i depositi e i servizi igienici, consente di servire contemporaneamente sia i clienti esterni sia i visitatori della galleria. Una serie di grandi e piccole sale consentono di realizzare complessivamente 800 coperti di cui 120 nelle sale esterne alledificio e 96 nelle sale destinate ai soli fumatori. Il secondo piano a quota 6.60 metri ed il terzo a quota 11.40 metri sono infine destinati allesposizione dei dipinti. La distribuzione in pianta, degli ambienti destinati alla pinacoteca, verte sullorganizzazione anulare delle sale attorno al grande corridoio che si affaccia sulla piazza interna. Infatti, grandi e piccole sale per le esposizioni temporanee e per quelle permanenti si susseguono, lun laltra sovrapponendosi al corridoio, le cui aperture svelano ampi scorci panoramici , il tutto in un "continuum" espositivo che non conosce soste. Particolare attenzione è stata inoltre posta alla sicurezza delle persone e delle cose. A tal fine, le scale e le uscite di sicurezza, distribuite uniformemente lungo tutto il perimetro delledificio, hanno sbocco direttamente allesterno oppure in grandi cortili a cielo aperto situati lungo i lati delledificio stesso. I particolari degli spazi in un museo si fondano sullidea che le pareti, la luce e lo spazio espositivo sono gli elementi essenziali che devono essere tradotti senza riserva in realtà. Le sale della Galleria sono destinate a ospitare oggetti relativamente piccoli e grandi folle. Gli spazi devono pertanto essere abbastanza vasti da contenere la folla, ma anche abbastanza piccoli da non sopraffare le opere esposte. Le porte tra una sala e laltra devono essere relativamente larghe, ma la veduta assiale, considerata attraverso le aperture delle sale, non deve essere troppo lunga né baroccamente grandiosa, per rispettare la scala dei dipinti o delle sculture. Il dettaglio architettonico nelle sale espositive deve essere piccolo di dimensioni e molto raffinato, per riportarsi alla scala e allintimità di molti dipinti e alla plasticità di molte sculture. Nellilluminare le sale si deve conciliare una serie di esigenze contraddittorie, questa volta di carattere architettonico e scientifico: ciascuna sala dovrà essere un elemento spaziale autonomo ma, al tempo stesso , dovrà far entrare la luce in un modo che non danneggi le opere darte. In questo progetto ci siamo sforzati di ottenere:
Un museo darte può avere poche finestre - questo a causa della necessità di spazio sulle pareti interne per collocare le opere e di proteggere i dipinti dalleccessiva luce solare, oltre che per motivi di sicurezza. Ma offrire al visitatore la possibilità di dare di tanto in tanto unocchiata fuori è desiderabile per due ragioni: in questo contesto una finestra fa di una sala da esposizione una stanza, una stanza per larte, non una tomba. La finestra fa della galleria darte un luogo vero, rendendo la galleria un ambiente familiare e dando al visitatore lopportunità di ricordare ogni tanto dove si trova, di vedere il mondo reale e di identificarsi con esso mentre si trova immerso nel mondo dellarte: il confronto rende la magia dellarte ancora più magica. Questo risultato è stato raggiunto attraverso una stratificazione spaziale, ove la finestra in una parete interna è arretrata rispetto alla parete esterna, che ha a sua volta una finestra. Così si vede la finestra simbolica interna giustapposta alla "vera" finestra esterna e in questo modo la finestra interna è protetta dalla luce solare diretta. Occupiamoci adesso di ciò che concerne lesterno della galleria darte. Visto dallesterno, un fabbricato privo di finestre ha quasi inevitabilmente un aspetto nudo e ostile, di solito associato a un carcere o a una fortezza; invece una galleria darte deve avere un aspetto aperto e invitante. Quindi la qualità dellingresso è importane e lornamentazione dellesterno significativa. In questo progetto larchitettura esterna si presenta forte e massiccia. I quattro portici centrali aperti sono spaziosi ed invitanti e nei prospetti i vuoti e i pieni si equivalgono; il tutto contrassegnato dalla tenue tonalità della pietra arenaria di Siracusa montata, a lastre quadrate, sulle pareti perimetrali in cemento armato ed ancorata con zanche di acciaio. Limpianto simmetrico delledificio è ulteriormente accentuato dalla disposizione regolare delle finestrature a tutta altezza, le cui grandi aperture, che annullano idealmente i lati dei blocchi prismatici, come precedentemente osservato, fanno si che la natura sia parte integrante degli spazi interni. Di fronte a questo insieme di volumi la memoria corre ai disegni degli architetti della ragione, alle opere di Lous Kahn in grado di correggere i cascami del moderno ed indicare a questa disciplina un nuovo percorso. Tabella
4.1 - Schema generale di organizzazione della Galleria
dArte Moderna di Bicocca. |
4.7-.La questione della presenza, dellarmonia, del simbolismo e della grafica architettonica. Il museo darte nel centro della città è un edificio di grande importanza civile, ma in genere è più piccolo degli edifici che lo circondano. Questo è particolarmente vero negli Stati Uniti, dove il basso museo è spesso incorniciato da altissimi palazzi di uffici. Anche il sito del museo darte può non essere particolarmente rilevante nel piano gerarchico della città; può non essere, per esempio, un punto focale allestremità di un viale principale. Come istituzione inserita nella vita cittadina, può trovarsi lungo una strada - è questo il caso dei musei Guggenheim e Whitney e del Museum of Modern Art di New York e di quello di Seattle - oppure può essere collocato in una zona periferica della città, come il Kunstalle a Bonn di Gustav Peichl, il Vitra Design a Weil-am-Rhein in Germania di Frank O. Gehry, o la stessa Galleria dArte Moderna di Bicocca a Catania che proponiamo in questa tesi. Come potranno acquisire presenza questi importanti edifici istituzionali circondati da edifici privati meno importanti ma a volte più grandi? Di nuovo per mezzo della scala architettonica, essendo relativamente dei piccoli edifici su grande scala. Ma ancora una volta la grande scala deve essere giustapposta alla piccola scala - la grande scala per la presenza, la piccola per laspetto invitante - per mettere il visitatore a proprio agio come individuo in un contesto monumentale: il che è una qualità tipicamente italiana. Ma anche inglese: in Trafalgar Square cè una violenta giustapposizione dellimmensa colonna corinzia di Nelson con le colonne corinzie molto piccole del portico della National Gallery, che per dimensione e scala sembrano quasi appartenere a una normale dimora di campagna. Quanto qui si sostiene a proposito di qualità urbana e scala architettonica può sembrare ovvio, invece implica un approccio opposto a quello di alcune gallerie progettate recentemente. I progetti di musei urbani a Stoccarda, Mönchengladbach e Los Angeles utilizzano combinazioni di elementi di media scala in un gioco spaziale di padiglioni e piazze che il visitatore sperimenta in sequenza, come in un villaggio medievale o nella villa Adriana. In questi musei la scala viene estesa non attraverso la giustapposizione di grande e piccolo allinterno dei confini di un isolato urbano, ma, come avviene nellarchitettura moderna, attraverso la rottura dei limiti dellisolato urbano: percorsi che scavalcano le strade o percorsi pubblici esterni che attraversano ledificio. Accanto a questi problemi di un piccolo edificio che abbia una presenza architettonica, di un edificio invitante con pareti senza finestre e di un edificio urbano che si adatti al normale sistema di spazi della città, cè la questione del contesto. Un edificio urbano dovrebbe essere progettato dallesterno verso linterno come dallinterno verso lesterno - una tradizione che è stata temporaneamente dimenticata nel periodo anti- urbano dellarchitettura moderna. Lattenzione al contesto nel progettare larchitettura urbana favorisce larmonia e il senso dellinsieme. Larmonia - come dice Robert Venturi - può essere ottenuta per contrasto o per analogia (è cioè un vestito grigio con cravatta rossa o un vestito grigio con cravatta grigia) oppure attraverso entrambe le cose (un vestito grigio con cravatta grigia a pois rossi). Poi, in una combinazione artistica e contestuale, cè spazio anche per la disarmonia, per ammettere valide contraddizioni e discontinuità allinterno dellinsieme e per rendere più dolce la complessiva armonia. Oggi molti progetti di musei sono ampliamenti di musei preesistenti. In questi casi il rispetto per linsieme è particolarmente significativo e qui lidea delledificio come frammento è importante. Un esempio è lampliamento della National Gallery di Londra dove il progetto, sebbene sia separato dalloriginale fabbricato di Wilkins, si flette verso ledificio principale. È una sorta di frammento: non potrebbe reggersi da solo né avere un senso se il vecchio edificio dovesse sparire. Nello stesso tempo, il nuovo edificio fa parte di un insieme più grande e può considerarsi come un edificio a sé e del suo tempo, in teso contrasto e in analogia con ledificio originale. Infine simbolismo e grafica. Lodierno museo darte, con le sue mostre in continuo cambiamento, è come un teatro e ha bisogno di una grafica, allesterno e allinterno, che a volte è lequivalente di un padiglione (o forse la grafica esterna dovrebbe essere esplicitamente informativa, come la facciata della Bibliothèque Saint - Genevièv di Parigi, su cui sono scolpiti i nomi di centinaia di studiosi). Tuttavia si è ritenuto opportuno non inserire queste idee grafiche nella nostra galleria dArte. In questo progetto ricorrono spesso i tuttavia e i ma: è naturale in qualsiasi analisi di un odierno museo urbano, che è popolare e tuttavia esoterico, chiuso ma aperto, monumentale e tuttavia invitante, un luogo per ospitare opere darte ma anche unopera darte in se stesso. |
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Massimiliano Stazzone
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