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Il Museo dallantichità alletà modernaConoscere
il nostro passato, interrogarsi e comprendere
levoluzione della nostra cultura, scoprire quello
che oggi siamo e perché lo siamo: queste alcune delle
funzioni delle strutture museali che le Società civili
realizzano e mantengono per offrire ai cittadini elementi
di riflessione e di meditazione sul passato e
arricchimento spirituale che promuove il progresso dei
singoli e delle comunità nel loro complesso.
È con questo spirito che
nascono i primi musei - luoghi sacri dedicati alle Muse -
in cui anticamente venivano custoditi oggetti e
manoscritti preziosi, mentre in tempi a noi più vicini
il termine custoditi è stato adoperato per indicare
raccolte di arte che riuniscono collezioni di oggetti
diversi quali sculture, pitture, libri, gioielli, ecc. Si
passa così dalle prime raccolte di oggetti preziosi
aventi carattere votivo, dei templi e dei santuari
(Delfi, Efeso, Olimpia) a quelle romane in cui si fa più
preciso e prevalente linteresse estetico e
documentario e il gusto per le collezioni artistiche. È
un romano, Marco Agrippa, in quella Roma in cui si
raccoglievano opere darte spesso provenienti da
bottini di guerra, a indicare, per primo, esplicitamente,
il valore di una collezione come patrimonio culturale
comune e a sostenere lopportunità di offrire alla
pubblica fruizione tutti i quadri e le statue.
Il concetto del valore
propagandistico e culturale dei musei venne ripreso dal
cristianesimo e, nel medio evo, lunica forma di
museo pubblico fu la chiesa che incrementava le
collezioni non solo promuovendo la produzione delle opere
darte, ma anche con la raccolta delle donazioni che
andavano a formare i "tesori".
Durante tale periodo è
certo che laccentramento della ricchezza nelle mani
di pochi potenti signori permise il sorgere delle prime
collezioni di oggetti darte, dalle quali,
specialmente col Rinascimento, trarranno origine i musei.
È così in Italia, dove le vicende storiche avevano
fatto assumere a un gran numero di città la funzione di
capitale, si costituirono, nei palazzi ducali o
principeschi e in genere nei palazzi delle famiglie più
cospicue per censo e per nobiltà, raccolte darte
del più alto valore, in gran parte tuttora esistenti,
seppure divenute in massima parte statali e
riorganizzate.
Tra i primi a raccogliere
rarità artistiche nel Rinascimento fu Lorenzo il
Magnifico, presto seguito dagli Este, dai Gonzaga, dagli
Sforza, da cardinali, da ricchi cittadini e da antiquari,
specialmente in Toscana, nel Veneto e a Roma.
Lambiente dove si
radunavano e mostravano tali oggetti era detto studio o
gabinetto; ma con lestendersi delle collezioni esse
furono conservate nei "guardaroba", donde si
toglievano volta a volta per decorare appartamenti. Al
tempo di Cosimo I il guardaroba mediceo era ricolmo di
pitture e sculture dei più grandi artisti passati e
presenti, di oreficerie, di gemme intagliate, di
medaglie, di ogni sorta di rarità. Quando Eleonora da
Toledo, sua moglie, acquistò Palazzo Pitti per farne la
residenza medicea, affinché il granduca potesse
liberamente recarsi al palazzo governativo fu edificato
per opera del Vasari il lungo corridoio, che traversa
lArno e passa sopra al palazzo degli Uffizi per
mezzo di ampi loggiati, che chiusi con vetrate divennero
vere e proprie gallerie.
Ornate di sculture
antiche, furono denominate gallerie delle statue. Lungo
quella orientale il granduca Francesco fece costruire la
tribuna e le sale contigue da B. Buontalenti, che vi
distribuì gli oggetti più preziosi del guardaroba,
aprendovi intorno al 1581 il primo grande museo del
Rinascimento, che si chiamò Galleria degli Uffizi. Il
termine "galleria" rimase quindi a indicare una
raccolta darte, e particolarmente di quadri,
ordinata decorativamente.
Frattanto dietro
lesempio mediceo tutti i sovrani italiani avevano
voluto la loro galleria. Tra queste ricordiamo la
sontuosa galleria della reggia di Mantova voluta da
Eleonora dei Medici, moglie di Vincenzo I Gonzaga,
ordinata nel 1605 da Pietro Paolo Rubens; la galleria di
Ferrara voluta da Lucrezia dEste; la galleria
Farnese formata nel 1662 a Parma ; la Galleria Capitolina
e quella Vaticana costituite a Roma dopo la
Restaurazione.
Altre collezioni
principesche si formarono allestero, sia nelle
grandi corti francese, spagnola, austriaca, inglese, sia
in ricche famiglie, specialmente (a cominciare dal sec.
XVIII) in Inghilterra.
Le nuove tendenze si
accentuarono alla fine di quel secolo riformatore e nel
1753, con la donazione H.Sloane alla nazione inglese, si
ebbe il primo nucleo del British Museum.
Contemporaneamente la rivoluzione francese nazionalizzò
le opere di proprietà della Corona e Napoleone I
concepì col Museo Napoleone il sogno di radunare a
Parigi, capitale dellImpero i capolavori del mondo
intero. Idea grandiosa, fallita col crollo
dellImpero stesso e col ritorno della maggior parte
delle opere in Italia.
Lidea di raccolte
pubbliche statali non poteva morire e la prima metà del
sec. XIX vide le nazioni più ricche e potenti,
vincitrici della guerra contro Napoleone, riuscire ad
acquistare pezzi di primordine, sia delle
collezioni italiane, sia accaparrandosi molti dei
capolavori usciti allora dagli scavi dItalia e di
Grecia. Il British Museum ebbe immenso sviluppo nel 1816
per lacquisto della collezione di lord Elgin dei
capolavori già nellAcropoli di Atene; poi con le
grandi collezioni, specialmente dellAsia Minore. Il
museo del Louvre trasse vantaggio dalle spedizioni
francesi in Grecia, Asia Minore, Africa e
dallacquisto, per opera di Napoleone III, della
collezione Campana di Roma, ricchissima di oggetti
darte etrusca, di molti capolavori di ceramica
greca e di notevoli monumenti di scultura. Né la
passione dei musei si limitò alle opere darte
greco-romana. Sorse linteresse per larte
egizia e in Europa si formarono molti musei
specializzati, tra i più importanti dei quali è quello
di Torino, notevole quello di Firenze, piccolo ma
interessante quello al Vaticano, grandiosi quelli del
Cairo, di Parigi, Londra, Berlino, Leida ai quali
recentemente si è aggiunto quello di Hildesheim.
Unaltra sezione
costituivano contemporaneamente le gallerie darte
medievale e moderna, dove le collezioni avevano ancor
più unorigine privata.
Allestero il primato
di anzianità spetta alla Francia poiché molti celebri
quadri del Louvre appartenevano già a Francesco I. Dalla
vendita della galleria di Carlo I dInghilterra
derivò la galleria del cardinale Mazzarino, acquistata
da Luigi XVI, che la raccolse nel Louvre.
Lassemblea nazionale riunì qui e nelle Tuileries
tutte le opere darte della corona e Napoleone,
portandovi gli infiniti tesori darte razziati nei
paesi conquistati, ne fece la più grandiosa galleria del
mondo. E tale, nonostante le conseguenti restituzioni,
può dirsi anche ora, grazie ai cospicui legati che
larricchiscono continuamente. Meravigliosa fu la
Galleria dOrleans, venduta in Inghilterra al tempo
della rivoluzione. Vari rami di casa dAustria
possedettero fin dal sec. XVII gallerie importantissime
che nel sec XIX si riunirono nelle due mirabili gallerie
pubbliche di Vienna e del Prado a Madrid. In Germania la
galleria di origine più antica è la pinacoteca di
Monaco del 1760, la più moderna quella di Berlino,
iniziata nel 1830 e poi costantemente arricchita di
tesori inestimabili. In Inghilterra sono la Galleria di
Hampton Court che raccoglie quanto rimase della galleria
di Carlo I, la National Gallery di Londra fondata nel
1832 e ingrandita da Robert Venturi & Co nel 1987-88,
quelle di Edimburgo e di Dublino. La Galleria
dellErmitage a San Pietroburgo (ex Leningrado) è
quella antica imperiale aperta al pubblico dallo zar
Nicolò I, oggi notevolmente menomata.
Un caso analogo e di
straordinaria importanza fu la formazione nei paesi
classici di musei, dove affluivano opere recuperate sul
luogo o nellambito di una regione o stato.
In Italia sorsero
innumerevoli istituti, come nella Roma papale il museo
Lateranense, nella Roma italiana il Museo Nazionale
Romano (o delle terme di Diocleziano), quello dei
Conservatori (cui si è aggiunto nel 1925 il Museo
Mussolini) in Campidoglio, il Preistorico - etnografico,
quello di Villa Giulia; nelle altre città il Museo
archeologico di Firenze, il Museo civico di Bologna, i
musei archeologici di Torino, Ancona, Palermo, Siracusa,
Cagliari ecc. In Grecia sorse il grande Museo Nazionale
di Atene, al quale sono affluiti i più importanti
capolavori trovati sul suolo ellenico. Un museo insigne
è quello di Istanbul; altri notevolissimi sorsero a
Tunisi, Algeri ecc.
Ma con laumentare
della cultura, mentre i grandiosi organismi del Louvre,
del Britsh Museum, dei musei di Berlino e di Vienna, e
gli altri più o meno tutti si arricchivano
continuamente, altri ancora ne sorgevano in Europa e in
America. In Europa ricordiamo specialmente i musei del
Cinquantenario di Bruxelles e la Gliptoteca Ny-Carlsberg
di Copenaghen.
In America, oltre al
Metropolitan Museum di New York , va menzionato il museo
di Boston, che, specie per alcune serie, come i vasi
dipinti, è divenuto di primissimo ordine. Simile e anche
maggiore sviluppo ebbero contemporaneamente le gallerie,
alcune delle quali, come quella di Berlino, riuscirono
con opera tenace e sistematica a riunire molti
capolavori; mentre per lasciti o fortunati acquisti altre
se ne formavano in tutti i centri di cultura
delluno e laltro continente, tanto che i
paesi produttori, e primo di tutto lItalia, sono
stati così singolarmente impoveriti di tante opere, che
è doloroso non possano venire ammirate
nellambiente stesso in cui e per cui furono create.
Spesso appaiono, per luce e per collezione, veramente in
esilio. Linteresse per ogni manifestazione dello
spirito, per ogni oggetto di natura, vicino ai musei di
storia naturale spesso grandiosi, creò musei
specializzati, come gli etnografici (specialmente Londra,
Berlino, Roma), ai quali generalmente è unita la sezione
paleontologica, che trae spiegazione appunto
dalletnografia. Né parliamo dei musei prettamente
storici, quali quelli che ormai quasi ogni città
possiede. Una sezione che unisce larte e la scienza
è quella dei musi tecnici, come i musei navali (in
Italia a La Spezia, a Venezia e a Milano), o i militari,
come le armerie (cospicua e tra le prime del mondo
lArmeria reale di Torino; tra le straniere superba
quella di Madrid), o i musei dellesercito (quello
del genio a Roma, quello dellartiglieria a Torino,
e allestero quello deglInvalidi a Parigi,
quelli di Berlino e di Bruxelles, ecc.).
Così pure tra larte
e lindustria sono gli innumerevoli musei artistico
- industriali, in uso specialmente allestero (in
Italia ricordiamo quello del Castello di Milano; il
Civico di Torino, ecc.), alcuni dei quali, con i prodotti
squisiti dellarte decorativa, o sono sezioni di
grandi musei, come, per esempio, del Louvre o quello del
Bargello a Firenze, o formano veri e propri musei
darte, quali il Poldi Pezzoli di Milano, alcuni del
Cinquantenario di Bruxelles, quello nazionale svizzero a
Zurigo, quello artistico - industriale di Vienna, il
Filangieri di Napoli, quello di Amburgo, ecc.
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