3.6 -
Lilluminazione artificiale nel museoIl museo
è unistituzione che ha un duplice compito, quello
di esporre le opere e quello di conservarle; di qui il
duplice aspetto dellilluminazione che presenta due
caratteristiche precise.
Lilluminazione
svolge un ruolo importante sia per quanto riguarda il
problema della conservazione sia per quanto riguarda il
problema dellesposizione delle opere e dei reperti
ospitati dai Musei.
Per quanto riguarda la
buona conservazione del patrimonio storico culturale,
esiste, a tuttoggi, una normativa generale ed
accettata da parecchi organismi internazionali, in
particolare dallI.C.O.M. ( The International
Council of Museums) e dalla C.I.E. (Commission
Internationale de lEclairage).
Tale normativa si
riferisce, in pratica, ai soli valori quantitativi: essa
fissa i valori massimi di illuminamento raccomandati
rispetto al tipo di materiale costituente lopera
stessa. Questi valori sono facilmente misurabili, con
grande precisione, da luxmetri (strumenti che misurano le
radiazioni visibili dallocchio umano). Sappiamo che
molto più pericolose, anche se a bassa intensità di
irraggiamento, risultano essere le radiazioni infrarosse
ed in misura ancora maggiore le radiazioni ultraviolette,
presenti sia nelle sorgenti per lilluminazione
artificiale, sia, in maggior quantità, nella luce
diurna. Questultima, non rilevabile con i luxmetri,
difficilmente misurabili e con grande margine di
approssimazione, si rivelano per mezzo di termometri
(infrarossi), e per mezzo di uvimetri (ultravioletti).
È augurabile, a questo
proposito, che gli organismi preposti sopra citati, si
facciano carico dello studio di metodi di misurazione e
di strumenti più adeguati per poter far fronte ai seri
rischi che il patrimonio storico, artistico, culturale,
anche qualora tutelato dal Museo, si trova ad affrontare
(un irraggiamento di pochi microwatt al metro quadro, in
certe bande dellultravioletto, provoca lo stesso
danno di migliaia di µw/m² nel visibile).
Negli ultimi anni abbiamo
assistito ad una generale presa di coscienza del problema
che porta al concetto di "museo microclima" con
studi rivolti di volta in volta ai materiali, ai colori,
allepoca, alla deperibilità. ecc., degli oggetti
esposti.
La conservazione del
materiale da esporre viene affiancata da diverse
metodologie e criteri di ricerca quali, ad esempio:
- La raccolta -
tutti i fossili del paleolitico; tutti i dipinti
dei pittori veneti.
- Il racconto -
dalle imbarcazioni fenicie alla "Leonardo da
Vinci".
- La narrazione
- la guerra e la pace nella pittura europea dal
1300 ad oggi.
- Lillustrazione
- il XIX secolo inglese attraverso la pittura,
scultura, architettura, fotografia pubblicistica.
Ne consegue che i diversi
linguaggi espositivi caratterizzano i vari Musei.
Lilluminazione
allinterno del progetto Museo deve essere, quindi,
strettamente connessa e funzionale sia alle problematiche
che la conservazione delle opere pone, sia ai criteri
espositivi e alle scelte generali compiute.
Nello specifico, sono
sempre preferibili quelle sorgenti di luce che permettano
unottima resa dei colori, che presentano, quindi,
uno spettro di emissione quanto più possibile simile a
quello della luce solare, per non alterare la qualità
cromatica dei materiali e delle opere esposte.
Occorre, infine, far
vivere tutto lo spazio museale in maniera coordinata ed
omogenea in modo tale che risulti facile riconoscere i
percorsi, orizzontarsi, piacevole sostare e riflettere:
che il rapporto spazio/opere/tempo di visione sia felice.
Come per ogni altro tipo
di progettazione anche per lilluminazione di un
Museo non abbiamo, a priori, né regole generali, né
bacchette magiche: ogni progetto presenta un proprio iter
che si svolge attraverso lanalisi dello spazio a
disposizione, del materiale da esporre, dei percorsi da
seguire: dal racconto che si vuole comunicare al
visitatore/spettatore, utilizzando una serie di elementi
molto disparati fra loro e che debbono fondersi in un
prodotto finale armonico e continuo.
La luce è uno degli
elementi che il progettista ha a disposizione per
svolgere il racconto museale.
Osservata la normativa per
la conservazione dei materiali e delle opere esposte,
ogni scelta è legittimata dallobiettivo finale al
quale si tende. Unilluminazione che faccia vivere
tutte le superfici verticali espositive con la stessa
temperatura di colore, illuminamento costante,
omogeneità e presenti su di esse le opere (pittoriche ad
es.) in maniera obbiettiva e democratica può essere
valida e legittima quanto unilluminazione che
scelga di far emergere le opere (sempre pittoriche) dal
buio quasi totale di sale lasciate in penombra.
Buona norma sarebbe non
disturbare il fluire del racconto museale, già carico di
elementi tecnici, messaggi e compiti con la presenza,
troppo evidente, di apparecchi di illuminazione che
andrebbero a sovrapporsi a tutta una serie di supporti
strutturali non propri del discorso principale:
lintegrazione, quindi, quanto più possibile, dei
centri luminosi con larchitettura stessa degli
spazi museali è sempre auspicabile.
È necessario considerare
poi, i problemi qualitativi legati alla luce nel museo:
bisogna evitare i riflessi, cosa non facilmente
realizzabile soprattutto in spazi polifunzionali, cioè
in spazi che mutano in termini espositivi. Ancora un
altro problema è luniformità: in generale si
pensa di illuminare le pareti e non le opere darte
per due ordini di motivi:
- Uno strettamente
tecnico: quando si mettono per esempio un
sistema molto flessibile di binari con gli
apparecchi che vengono diretti quadro per quadro
lo si può la prima volta ma poi limpianto
viene lasciato in mano a chi ne fa la
manutenzione, allelettricista, che cambia
le lampadine, il quale non conosce i valori di
conservazione e comunque può spostare queste
lampade, creare dei riflessi molesti ecc. per cui
in impianti flessibili dove questi apparecchi si
orientano la gestione può essere ottima nei
primi momenti della vita dellambiente
espositivo e poi tragicamente decade.
- Laltro
aspetto è invece di ordine più generalmente
culturale: per la pittura occorre garantire
una obiettività di lettura dellopera
darte il che si realizza attraverso una
illuminazione delle pareti. La stessa cosa non
vale per la scultura, che ha bisogno di un certo
rilievo e quindi di una sorgente puntiforme
orientata opportunamente. Che non basta,
occorrendo un fondo di luce per evitare una
drammatizzazione troppo teatrale. In realtà in
generale le sculture sono fatte per stare nei
grandi spazi aperti, nei quali si hanno
sostanzialmente, in genere, due tipi di
illuminazione naturale: quella con cielo coperto
e quella con cielo sereno. In situazioni di cielo
coperto normalmente non sono presenti ombre
perché il cielo è un grande diffusore; in
situazione di cielo sereno abbiamo una grande
sorgente che è appunto il cielo sereno. Quindi
in generale le sculture vengono illuminate non
solamente da una sorgente puntiforme ma cè
un certo contributo di luce diffusa.
Vediamo adesso
lesperienza progettuale che ha interessato il
Centre Pompidou.
Nel museo darte
contemporanea Pompidou, progettato negli anni 70 da
R.Piano e R. Roges, in piena Pop Art, il progetto
dellilluminazione è arrivato a integrarsi tanto
con quello di architettura da condizionarlo enormemente:
larchitettura è ottenuta attraverso un sistema di
pareti e un sistema di travi a soffietto che sono anche
lelemento illuminotecnico; queste travi servono
anche a nascondere questa forte esigenza di tecnologia
che caratterizza il Centre Pompidou. Allinterno di
queste travi vi sono delle lampade messe nelle nicchie
che illuminano le travi stesse; le nicchie sono di
piccolo spessore in quanto sono usate lampade alogene:
infatti il museo, con il grande sistema di
climatizzazione, permette luso di tale lampade
caratterizzate dalla migliore emissione sotto il profilo
della qualità della luce e della resa cromatica. Le
pareti sono bianche e si realizza leffetto scatola
ovvero effetto di rimbalzo cioè una parete irradia luce
sulle altre pareti adiacenti e su quella opposta, queste
a loro volta sulle altre e così vi è uno smorzamento
armonico per cui la luce e data dalla riflessione totale
dellambiente.
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